Come avviene la schedulazione di produzione
La gestione della schedulazione di produzione è un tema molto caldo tra le aziende, dal momento che si tratta di una delle attività più impegnative per gli operatori, i quali si trovano spesso ad operare con complicati file Excel ricchi di informazioni.
Tali file devono considerare tutte le necessità e le peculiarità dell’azienda, al fine di posizionare le informazioni in modo logico ed esaustivo.
Quando si parla di schedulazione del lavoro è bene fare un passo indietro e partire dalla definizione didattica del concetto, in modo da individuare i confini di azione delle analisi e comprendere come semplificare la modalità di lavoro all’interno dell’organizzazione.
Prendendo in prestito la voce di Wikipedia, schedulare significa:
«allocare risorse finite in modo tale che un dato obiettivo venga ottimizzato».
In una definizione, le parole sono sempre pesate ed hanno tutte un ruolo di primaria importanza. In questo caso è importante porre enfasi soprattutto sulle parole: “allocare”, “risorse”, “finite”, “obiettivo” ed “ottimizzato”, così da comprendere come la schedulazione coincida, più semplicemente, con l’assegnare in modo ottimizzato alle risorse finite, delle attività da svolgere, con un obiettivo ben preciso.
La differenza tra schedulazione e pianificazione
Lo schedulatore ha come scopo quello di individuare le attività di produzione ed assegnarle alle risorse produttive, che possono essere le macchine, ma anche gli operatori o i terzisti. Le attività di produzione di cui parliamo sono invece le fasi degli ordini di produzione.
Questa parte del lavoro non riguarda la definizione delle attività e la loro sequenziazione che deve infatti essere già avvenuta all’interno del processo di gestione della produzione, come l’MRP o la pianificazione. Nel presentare tale prodotto alle aziende sottolineiamo come “schedulazione” sia diverso da “pianificazione”: un punto che può essere superfluo precisare, ma che ci permette di fare chiarezza sulle funzionalità del software.
In altre parole, questo vuol dire che, quando si tratta lo schedulatore, sono già state decise le attività che vogliono essere assegnate alle risorse. Lo schedulatore serve dunque per mettere in fila queste attività, rispettando la sequenza corretta e la fattibilità.
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L’operazione di produzione è fattibile? I vincoli della schedulazione
È bene parlare della fattibilità di un’operazione di produzione, la quale è un altro dei concetti fondamentali della schedulazione. I cosiddetti vincoli della schedulazione indicano che un’attività può essere assegnata ad una risorsa solo se ci sono le effettive precondizioni per farlo.
Le precondizioni possono essere diverse. Innanzitutto, deve ovviamente essere rispettata la sequenza di attività, citata in precedenza: le fasi di un ordine di produzione rispettano la sequenza di produzione, ovvero il susseguirsi delle operazioni, e il motore di schedulazione ne tiene conto, mettendo sul piano di produzione le attività nell’ordine corretto.
Un’altra precondizione molto utilizzata è la disponibilità dei materiali per la produzione. Per produrre un articolo sono necessari i componenti. che si dividono in due tipologie: componenti di acquisto e componenti di produzione. I componenti definiti di acquisto sono quelli comprati da un fornitore, pronti per l’uso e utilizzati per la produzione senza bisogno di ulteriori lavorazioni. Sovente questi componenti sono le materie prime. Il secondo tipo di componenti, ovvero quelli definiti come di produzione, sono dei semilavorati, ossia quei componenti complessi che vengono prodotti e riutilizzati in altre fasi di produzione o, più precisamente, in altri ordini di produzione, tipicamente in operazioni di assemblaggio.
Schedulazione di produzione: la distinta base e i componenti mancanti
La lista completa di tutti i componenti necessari per la produzione di un articolo compone quella che si chiama la distinta base dell’articolo stesso.
Ipotizziamo che un’azienda produca l’articolo AB, composto dai semilavorati A e B. Gli articoli A e B, a loro volta, vengono realizzati lavorando le materie prime 1 e 2. Dunque, in base a quanto detto, AB avrà una distinta base composta da A e B. A e B, invece, avranno rispettivamente la distinta base composta dalle materie prime 1 e 2.
Lo schedulatore può in questo caso considerare l’effettiva disponibilità dei componenti in distinta base, siano essi di un tipo o dell’altro, prima di schedulare un’attività. Se il componente risulta ancora disponibile, la fase che lo richiede viene effettivamente “piazzata” sul piano di produzione.
Se invece il componente non è più disponibile, si viene a creare quello che si definisce come un mancante. A seconda della natura del componente, questo può essere un mancante da produrre oppure da acquistare, e nei due casi il programma si comporta in modi diversi.
Infatti, se il mancante è da acquistare, si potrebbe avere un ordine al fornitore previsto in arrivo , ad esempio in dieci giorni. In questo caso, lo schedulatore di Tesar imposterà di iniziare la fase dopo dieci giorni, all’arrivo dell’ordine.
Se non ci fosse nemmeno un ordine, invece, la fase verrebbe piazzata usando un tempo medio di consegna, un lead time, da impostare sul sistema. Con, per esempio, un tempo medio di consegna di venti giorni, la fase verrebbe piazzata dal momento iniziale a venti giorni. Se il giorno dopo, ricalcolando il piano, per il componente non ci fosse nessun ordine a fornitore, la fase verrebbe spostata in avanti di un altro giorno, per rispettare sempre i venti giorni.
Il mancante da produrre, invece, si riferisce esclusivamente ai semilavorati e andrà a cercare un ordine di produzione che possa soddisfare il fabbisogno della fase in questione. Non trovandolo, la fase non verrà schedulata, lasciandola nel serbatoio con un segno X rosso
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